Sempre più a fondo

Mi sta aprendo gli occhi un libretto che ho comprato a Ginevra ( :° ) del Dalai Lama. Lo so, lo so. Forse dovrei interrompere questo isolazionismo buddista che mi porto dietro da mo’, però forse non è ancora arrivato il momento… cmq, questo libretto è veramente bello, perchè supera il primo livello di conoscenza, il livello di wikipedia per intenderci, e incomincia ad andare un attimo più nel profondo nella metafisica buddista. Ed è bello per un personaggio come me, notoriamente filo-formalismi, perchè dà una visione più precisa di tutta questa grande storia. E stamattina mi son accorto che il discorso relativo al grande grafo super connesso (vedi un paio di post fa) è reale. L’ho visto nella residenza, quando l’umore generale è positivo, tutti ne risentono. E’ bello tutto ciò e mi fa pensare.

Come mi fa pensare, in questi giorni per nulla malinconici, ai bei tempi andati. Mi son venute in mente tante cose degli anni passati in questi giorni. Senza assolutamente tristezza. Però ogni tanto viene a galla il periodo tra il 2004 e il 2007. Ho passato mille ore a leggere, a parlare con le persone più strane (in chat e realmente), a vedere un sacco di film estremi… estremi. Penso che l’apice sia arrivato con La corazzata Potëmkin che devo ammettere è bello, a me è piaciuto. E poi tutta la serie di Ed Wood Junior, compreso quello di Tim Burton, tutti i Chaplin, i Buster Keaton e Il gabinetto del Dottor Caligari, Nosferatu e L’ombra del vampiro, tanti filmini 80’s, Spie come noi, Cannonball, tutta la serie di Chevy Chase, e tutti i film che i miei amici di #bolognina mi consigliavano, Ciuf, Flo` e tutti gli altri che oramai si son persi nel tempo. Senza parlare di tutta la musica che ho ascoltato, tutte le volte (mi è tornato in mente ieri) che saltavo come un pirla sulla sedia per la versione (a mio modesto parere) punk di Sweet Jane. Devo ammetere che mi manca un po’ quel periodo e spero di poterne vivere un altro simile in futuro.

Then put your little hand in mine

Due parole da spendere per un filmino in una freddina sera di maggio. ‘Ricomincio da capo’ (Groundhog Day – Harold Ramis 1993), un filmetto in secondo piano, oggettivamente comico e di poche pretese. Il protagonista (Bill Murray), si ritrova intrappolato in una giornata che non finisce mai in una cittadina nevosa. Mentre questo stesso giorno si ripete dalle 6 di ogni mattina, Phil capisce che può recuperare il tempo perduto ritrovando la sensibilità che non ha mai avuto. C’è modo di farlo anche per noi senza dover entrare nella magia del giorno della marmotta?

Ogni mattina alle 6, la radio lo sveglia


occhio al testo : P

stasera, se riesco, voglio pensare un po’ : )